C’era una volta la storia di un glorioso partito, che dopo mille mutazioni genetiche ancora stenta a trovare una sua identità ben definita, tant’è che anche il nome è politicamente “sui generis”. Un suo esponente di spicco, nel lontano 1999, fu profetico:
C’è adesso un partito con una base grande come e più di quello “glorioso”, eppure per la sua volatilità e disomogeneità ideologica non riesce a mettersi d’accordo su nulla (neanche sul governare o sul fare opposizione), come fosse il grembo di uno squalo, pieno di “piccoli” pronti a sbranarsi l’un l’altro per la propria sopravvivenza personale.
In questo scenario si inseriscono segretari molli e tristi, magari molto preparati ma col carisma di un impiegato del catasto, depresso e vessato dal proprio datore di lavoro.
E poi arriva lui, il gggiovane, il Fonzie della politica, carismatico, battuta pronta e spirito battagliero. E soprattutto ciarliero come un Mastrota davanti le pentole Mondialcasa.
Apri i giornali di oggi e leggi le dichiarazioni che potete leggere qui sotto.
E ripensi a qualche mese fa, e ai giaguari da smacchiare che ora sono più macchiati che mai.
Tra smacchiatori e asfaltatori, mi e vi domando: ma questi ci sono o ci fanno?
Al futuro (prossimo) l’ardua sentenza…