di Antonino Rendina (F1GrandPrix)
E’ una sorpresa silenziosa. Poche parole e qualche, primo, fatto. Qualche segnale c’è stato, niente per cui valga la pena strapparsi i capelli, ma il silenzio delle parole è stato rotto dal sound di una SF70H tremendamente fluida tra le curve del Montmelò. Una vettura soprattutto molto solida, o almeno molto più del previsto.
Non che da pessimisti e catastrofisti convinti bisogna adesso trasformarsi in inguaribili ottimisti pronti ad intonare l’ormai nazional-popolare “Po Po Po Po Po Po”. La ricerca dell’equilibrio nei giudizi è un compito assai più arduo quando ad infiammare gli animi c’è di mezzo una monoposto rossa. Basta poco, pochissimo, per lasciarsi andare all’entusiasmo più genuino, ma anche più ingenuo. Siamo un pubblico caloroso, in attesa perenne di un riscatto quanto mai difficile. In un modo o nell’altro bisognerà pur far tesoro della lezione dello scorso anno, quando un po’ tutti ci esaltammo per le prove di una Ferrari poi rivelatasi un fiasco totale.
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