Altra clip anticipatoria del primo lungometraggio di Maccio Capatonda, “Italiano Medio – Il film”
Altra clip anticipatoria del primo lungometraggio di Maccio Capatonda, “Italiano Medio – Il film”
Clip tratta da “Italiano Medio – Il film” di Maccio Capatonda, al cinema dal 29 gennaio 2015.
L’effetto del colore. La pittura astratta, la spiritutalità. Difficile riassumere in poche parole l’eredità della pittura di Vasilij Vasil’evič Kandinskij. Nasceva a Mosca il 16 dicembre 1866. Morì poi nel 1944. La fine del romanticismo, la Belle Epoque, la rivoluzione russa, l’inizio del secolo breve, le due grandi guerre. Questo il palcoscenico della vita del pittore russo, al quale Google, nel 148° anniversario dalla nascita dedica un doodle.
Lo “Spirituale nell’Arte” – pubblicato nel 1912 – è il suo manifesto ideologico. L’effetto psichico e quello fisico: le conseguenze del colore secondo Kandinskij. L’impatto, l’effetto immanente, istantaneo e la sensazione trascendente.
Colori fortissimi, forme potenti. In questa relazione – astratta e spirituale, risiede tutta la pittura di Kandinskij. Una pittura i cui effetti giungono ai giorni nostri, con l’immmortalità che solo l’arte sa dare.
Tratto da RaiNews.it (LINK)
Come doveva apparire l’attuale area di Porta San Giovanni e via La Spezia all’epoca dell’impero di Augusto e del suo successore Tiberio? Lo svelano le straordinarie scoperte archeologiche avvenute a quindici metri di profondità nell’ambito del cantiere per la realizzazione della stazione San Giovanni della Metro C. Con uno sforzo di immaginazione bisogna pensare allo scenario di una vasta azienda agricola che si estendeva su ben 14mila metri quadrati, la più vicina a Roma ovviamente e al servizio del mercato cittadino, dotata di un articolato sistema idraulico che sfruttava un circuito di “ruote acquarie” che captavano e spingevano l’acqua (probabilmente la cosiddetta Aqua Crabra) nei canali che irrigavano frutteti (con i primi alberi di pesco appena importati dal medio Oriente) e orti.
Se passasse questa linea, verrebbe finalmente riconosciuto ciò che è sotto gli occhi di tutti ma che viene negato da sempre: la mafia a Roma c’è. Solo che ci si ostina a non chiamarla così perchè si lega quella parola ad una particolare connotazione territoriale, linguistica, comportamentale che molti hanno visto solo nei film o nelle cronache dei tg, quindi ad un qualcosa distante anni luce. Ma sempre mafia resta. Una mafia dei “colletti bianchi”, una inestricabile collusione tra politici, imprenditori, amministratori locali, burocrati, nella quale il romano si imbatte tutti i santi giorni ed è assuefatto a tale presenza, quasi da non percepirla più. Ed è anche questo uno dei tanti problemi… Continue reading