L’uomo è ciò che mangia: firmato Feuerbach

di Mauro Del Bue

Uno che afferma: “l’uomo è ciò che mangia”, dev’essere un filosofo di svolta. Non c’era arrivato nessuno, prima. E non era Vissani e neppure il dietologo Pierre Dukan. Che un uomo mangi poco o molto questo influisce certo sulla psiche, sullo spirito, sulla sua indole. Non se ne poteva più di discutere di idee in senso stretto. Con Feuerbach la filosofia arriva alla pancia. E diventa antropologia materialistica. Si trasforma in scienza dell’alimentazione, in espulsione di liquidi e di solidi.

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Kant e la zia Dimma

di Mauro Del Bue

Un primario di neurochirurgia, il più grande della storia della filosofia, che abbia operato sul cervello umano, un attento scrutatore e selezionatore della mente e dei suoi infiniti e inesplorati rigagnoli di potere, Immanuel Kant era anche molto utile ai suoi vicini di casa. Era un tipo davvero svizzero (anche se era tedesco, nato a Koenigsberg nel 1724). I suoi vicini infatti regolavano l’orologio a seconda delle sue passeggiate. Kant spaccava il secondo. E magari cantava anche alle 12 in punto e alle 16 di ogni giorno. O forse fischiettava. E quando un giorno si presentò con quasi un minuto di ritardo (era il 1789) era perché era stata presa la Bastiglia (uno degli avvenimenti più importanti della storia dell’umanità). Mai ritardo fu più giustificato.

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Federer leggenda eterna! Vince il 18° Slam contro il grande rivale Nadal, ko solo al 5° set

Articolo di Eurosport

da MELBOURNE – La più epica delle rivalità sportive; la più epica delle sfide; il più epico dei finali. Non poteva che terminare così il Federer-Nadal atto XXXV, con un quinto set – teatro perfetto degli eroi – vissuto in un vortice di emozioni degne della miglior regia degli ispirati dei del tennis. Divinità che evidentemente per il loro figlio prediletto – Roger Federer – avevano scelto la più dolce delle vendette: quella attesa una vita – tennistica, si intende –; quella più incredibile ed inaspettata; quella nel segno di un maledetto 17 da cui lo svizzero non sembrava ormai più essere destinato a staccarsi. Continue reading

L’angoscioso Kierkegaard e la paura del terremoto

di Mauro Del Bue

Il padre dell’esistenzialismo o addirittura il precursore di Freud? Soren Kierkegaard, danese, non era un ciclista del tour de France, ma un filosofo tra i più ragguardevoli, se per tali s’intendono coloro che hanno contribuito col loro pensiero a determinare una svolta alla storia della filosofia. Partiamo da un presupposto. Copenaghen, dove il giovane Soren nacque nel 1813 e dove morì a soli 42 anni, era periferia tedesca. E naturalmente il pensatore per eccellenza era a quei tempi Hegel, il grande unificatore e sistematore logico. Eppure le vicende umane spesso prescindevano dalle sicurezze hegheliane. Il padre di Soren era un ricco commerciante luterano e in seconde nozze aveva messo al mondo lui, il futuro filosofo. Ma la sorte gli fu avversa. Continue reading