Andrés D’Alessandro

http://newsimg.bbc.co.uk/media/images/41277000/jpg/_41277210_dalessandro_203.jpgCorreva l’anno 2002. Un giovane talento del River Plate, il 21enne Andrés D’Alessandro, si metteva in luce con le sue giocate e la sua qualità di gioco. Ed anche per la particolare finta, bagaglio unico del suo repertorio: la “boba”.

Addirittura Maradona si sbilanciò a tal punto da designarlo come suo erede, dicendo che “è il giocatore che più mi assomiglia, l’unico che mi fa divertire guardando una partita di calcio.”

Tutti gli occhi dei grandi club d’Europa erano puntati su D’Alessandro e nel 2003, a sorpresa, la spuntò il Wolfsburg, strappandolo al River per 9M di euro.

L’inizio di una folgorante carriera? Non esattamente…

 

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Cristiano Ronaldo Pallone d’Oro 2013

Notizia pubblicata su “Il Sole 24 Ore” (LINK)

Cristiano Ronaldo è il nuovo imperatore del calcio mondiale. Nella cerimonia che assegnava a Zurigo il Pallone d’oro 2013, l’asso portoghese del Real Madrid – già primo della classe nel 2008, ma pure quattro volte secondo, spesso e volentieri dietro a sua maestà Lionel Messi – ha battuto in volata la concorrenza dell’attaccante argentino del Barcellona e dell’esterno francese Franck Ribery, l’avversario più temuto e più temibile per il carico di trofei portati al cielo l’anno scorso. Si diceva alla vigilia, “se non ci riesce ora che Messi è fuori gioco a causa dei tanti infortuni che l’hanno tenuto sovente lontano dai campi nel 2013, non ci riuscirà più”. Il riferimento, manco a dirlo, era proprio a CR7, che ha avuto la sventura di trasformarsi in fuoriclasse senza tempo sotto il governo di Messi, l’incantatore di serpenti e di portieri, l’alfa e l’omega delle nuove logiche del pallone internazionale. Fino a oggi era andata così, Messi il dominatore, Ronaldo il suo sostituto più credibile. Sarebbe stato un trionfo per chiunque, perché il fenomeno del Barcellona fa storia a sé per ragioni che sono sotto gli occhi di tutti, ma non per lui, il gigante dai piedi fatati al servizio del Real, che ha sempre gradito poco il ruolo di comprimario, da numero due.

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Salernitana-Nocerina: il calcio vergogna

“Oh! Ma lo sai che una partita in Lega Pro l’hanno sospesa dopo 20 minuti perchè non c’era il numero minimo di giocatori?”

Come reagireste ad una notizia così?

Io, sinceramente, mi sono fatto una risata, tanto è assurda e surreale una situazione del genere. Neanche la più fervida immaginazione di un regista cinematografico può partorire uno scempio così, perchè se lo facesse verrebbe preso a pomodori in faccia.

E’ quasi impossibile accadano 3 sostituzioni (tutte al primo minuto!), e 5 infortunati in soli 20 minuti di partita.

QUASI. Perchè tutto questo è successo ieri, nel derby campano tra Salernitana e Nocerina.

E come sempre ci sono di mezzo dei tifosi malati, che hanno “intimato” (!!!) alla propria squadra di non giocare a causa del divieto di trasferta impostogli.

Ovviamente è scattata subito la corsa a parlare di “minoranze”, che saranno pure tali, ma sono quelle che negli stadi contano di più, e hanno maggior influenza su giocatori e società. Un influenza pericolosissima: ricordate il derby Roma-Lazio del 2004, sospeso per la presunta morte di un bambino?

Mi domando: si riuscirà mai, in Italia, a vivere il calcio come quello che è, ovvero un gioco? La vedo veramente dura, e anche Churchill fu profetico in tal senso:

Gli italiani perdono le partite di calcio come se fossero guerre e perdono le guerre come se fossero partite di calcio

Che fine ha fatto, Marco Giampaolo?

carmen-sandiegoCome un novello Carmen Sandiego (ma con decisamente meno charme), Marco Giampaolo, mister del Brescia, fino a poco fa aveva fatto perdere le sue tracce.

Completamente sparito, scomparso. La società ha addirittura diramato un comunicato sull’accaduto, parlando di “assenza temporanea”.

Pochi minuti fa l’epilogo: tutto ok, Giampaolo è a casa sua e la scomparsa non è una scomparsa, ma una “semplice” dimissione irrevocabile dalla panchina del Brescia, forse causata dai cori dei tifosi nell’ultima partita, inneggianti il precedente allenatore (Calori).

Che dire: io personalmente non sono mai riuscito ad interpretare l’allenatore e il personaggio Giampaolo, a tratti santone della panchina e a tratti brocco totale, sempre con questa faccia affranta da chissà quale dramma personale.

Chissà cosa c’è dietro a tutto questo caos…

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Fonti: