Il caso Caterina e gli animalari: riflessioni…

Sono giorni che penso di scrivere qualcosa in merito al “caso” di Caterina Simonsen, studentessa 25enne che ha postato questa foto su Facebook, scatenando l’ira degli animalisti (o sedicenti tali).

Ovviamente le ire sono scattate per il messaggio di appoggio alla sperimentazione animale, e la bassezza di certi individui ha fatto degenerare il tutto in una raffica di auguri di morte a questa ragazza.

Non voglio esprimermi nel dettaglio dell’argomento della discordia, perchè richiede conoscenze nel campo che non possiedo. Ma sono sostanzialmente favorevole alla sperimentazione animale, pur vedendo con favore una sua progressiva riduzione, ove vi siano le condizioni.

In tal senso vi invito a leggere (e, se sarete d’accordo, anche a firmare) l’interessante petizione del “Dipartimento Saperi” di SEL (Sinistra Ecologia e Libertà), di cui fa parte il mio amico Andrea Pisauro, che si pone con una posizione coraggiosa rispetto a quella dello stesso partito. Eccovi il link della petizione: SEL e la sperimentazione animale.

Ma in tutto questo marasma di pro e contro, vorrei sottolineare l’intollerabile deriva che prendono tutte le discussioni più delicate che vengono trattate nel nostro paese: insulti, mancanze di rispetto, ignoranza, e l’insopportabile tendenza ad usare una logica da “curva”. E ovviamente, tali pratiche, sono state ampiamente usate da quegli individui che hanno aggredito verbalmente Caterina Simonsen, animalisti di brutta razza, e molto probabilmente dell’ultima ora, i cosiddetti “animalari”, i più beceri in assoluto.

E tutto perchè? Perchè nell’era dei social network, delle interconnessioni globali h24, qualcuno pensa ancora di poter dar sfogo alle proprie bassezze, e a volte fare uno squallido squadrismo da tastiera, con la scusa dell’internet libero, dell’anonimato, della privacy. Poi quando fioccano querele (reali, non virtuali) e promulgano leggi restrittive per il web, diventano tutti paladini della libertà. Ma libertà non è impunità, ma non tutti i naviganti del web l’hanno capito…

Sandro Pertini: Appello ai giovani

Stralci dell’appello ai giovani, fatto dal Presidente della Repubblica più amato di sempre, il socialista Sandro Pertini, durante il discorso di fine anno, il 31 Dicembre 1983:

  • “Battetevi sempre per la libertà, per la pace, per la giustizia sociale. La libertà senza giustizia sociale non è che una conquista fragile. […]Sono un binomio inscindibile”;

  • “Io vorrei che teneste presente un ammonimento di un pensatore francese. […]Dico al mio avversario: io combatto la tua idea, che è contraria alla mia, ma sono pronto a battermi, sino al prezzo della mia vita, perchè tu, la tua idea, la possa esprimere sempre, liberamente”;

  • “Io li esorto ad andare avanti, a continuare per la loro strada, a cercare nella scuola tutte le cognizioni necessarie ad ascoltare i loro docenti, per adornare la loro mente di cognizioni utili, che serviranno loro nel domani a svolgere un’attività nel nostro Paese”;

  • “Voi giovani siete la futura classe dirigente del nostro paese, dovete quindi prepararvi per assolvere degnamente questo nobilissimo compito”.

Quest’ultimo passaggio non è stato propriamente seguito alla lettera da QUELLA “futura classe dirigente” che attualmente “dirige” il paese, purtroppo…

Il rivoluzionario – di Valerio Varesi

Dopo un pò di tempo dal suo acquisto, ho finalmente terminato di leggere “Il rivoluzionario”, libro scritto da Valerio Varesi ed edito da Frassinelli.

Non appena lo avevo semplicemente visto in libreria mi aveva incuriosito: banalmente per il suo colore rosso e per quell’uomo solitario, sempre vestito di rosso, che campeggia in copertina. Già così avevo avuto una strana sensazione. Lo giro, e leggo la quarta di copertina:

“Il romanzo di una generazione, che ha creduto negli ideali di equità e giustizia. E li ha visti crollare insieme con il più famigerato muro della storia.”

Capisco doppiamente che quello è il MIO libro.

il-rivoluzionario

Non tanto per esperienze vissute direttamente, ma per quelle di famiglia, ascoltate in mille racconti.

Cambia il contesto (la rossa Bologna, mentre quello familiare è romano), ma le sensazioni, le delusioni, le situazioni vissute sono quelle. Quelle di un intero popolo che, nell’immediato dopoguerra, ha creduto fortemente nella possibilità di una vera rivoluzione, ma che si è scontrato in primis con la realtà italiana ed infine con quella internazionale, vedendo andare in frantumi il sogno di poter creare una società e un mondo più giusto, solidale, equo.

Chi leggerà “Il rivoluzionario” entrerà di fatto in uno spaccato di storia d’Italia e del PCI dalla Liberazione fino ai primi anni 80, narrata tramite le vicende di un militante del partito e, in parte, della sua famiglia.

Personalmente questo libro ha emozionato. Io vi consiglio di leggerlo…poi fate come volete! 😉

Roma, vietato dire che non ci sono soldi

E’ un articolo vecchio di qualche mese, ma attuale alla luce delle vicende di questi ultimi giorni, con Marino e tutta la giunta capitolina intenti a cercare di ripianare il buco nel bilancio del Campidoglio.

Altro che tasse, aliquote più alte o tagli ai servizi: per sistemare i bilanci basterebbe soltanto riportare un minimo di legalità in questa benedetta-maledetta Città Eterna.
O forse basterebbe anche del semplice buon senso…ma purtroppo non è di casa non solo a Roma, ma nell’Italia intera (leggere alla voce “crisi di governo”).

Buona lettura.

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Vietato dire che non ci sono i soldi. Primo postulato e primo comandamento della nuova amministrazione

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Anche i Napolitano, nel loro piccolo, s’incazzano…

http://www.quirinale.it/elementi/Continua.aspx?tipo=Comunicato&key=15598

Dichiarazione del Presidente Napolitano sull’orientamento assunto dall’Assemblea dei gruppi parlamentari del PdL

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

“L’orientamento assunto ieri sera dall’Assemblea dei gruppi parlamentari del PdL non è stato formalizzato in un documento conclusivo reso pubblico e portato a conoscenza dei Presidenti delle Camere e del Presidente della Repubblica. Ma non posso egualmente che definire inquietante l’annuncio di dimissioni in massa dal Parlamento – ovvero di dimissioni individuali, le sole presentabili – di tutti gli eletti nel PdL. Ciò configurerebbe infatti l’intento, o produrrebbe l’effetto, di colpire alla radice la funzionalità delle Camere.
Non meno inquietante sarebbe il proposito di compiere tale gesto al fine di esercitare un’estrema pressione sul Capo dello Stato per il più ravvicinato scioglimento delle Camere. C’è ancora tempo, e mi auguro se ne faccia buon uso, per trovare il modo di esprimere – se è questa la volontà dei parlamentari del PdL – la loro vicinanza politica e umana al Presidente del PdL, senza mettere in causa il pieno svolgimento delle funzioni dei due rami del Parlamento.
Non occorre poi neppure rilevare la gravità e assurdità dell’evocare un “colpo di Stato” o una “operazione eversiva” in atto contro il leader del PdL. L’applicazione di una sentenza di condanna definitiva, inflitta secondo le norme del nostro ordinamento giuridico per fatti specifici di violazione della legge, è dato costitutivo di qualsiasi Stato di diritto in Europa, così come lo è la non interferenza del Capo dello Stato o del Primo Ministro in decisioni indipendenti dell’autorità giudiziaria”.