E il PD romano vaneggia sul “caso ambulanti”

Tratto dal blog RomaFaSchifo (LINK)

Dapprincipio abbiamo pensato ad un scherzo. Poi abbiamo pensato ad intimidazioni di bassa lega. Alla fine, invece, abbiamo capito che stavano facendo sul serio.
I contatti sono avvenuti via Twitter, tutto nero su bianco, ma non visibile a tutti: tutto giocato tramite messaggi privati. Che però abbiamo conservati, disponibili, registrati. A scriverli e inviarli un importante esponente del PD, uno dei più importanti. “Dovrete dimostrare ai giudici tutto quello che avete detto”, scrive. Insomma il PD si è arrabbiato e alcuni consiglieri (forse tutti) sono intenzionati a querelare Roma fa Schifo, a far chiudere il blog, magari a chiedere i danni (quanti soldi desiderate, prego?) in nome di una diffamazione che, tuttavia, non c’è mai stata. A nulla sono valse le richieste di spiegazione e le offerte di eliminare contenuti che fossero risultati come un attacco privato verso qualcuno, come una diffamazione strictu sensu. I nostri interlocutori sono stati fermissimi “vi denunciamo, vi trasciniamo in tribunale, dovrete dimostrare le parole che avete detto davanti ai giudici”. Ma dimostrare cosa? Ad ogni modo pensate come sarebbe stata diversa questa città se questi amministratori, se questi consiglieri, se questi eletti, se questi politici adottassero questa stessa fermezza e rigidità che dimostrano contro i cittadini, anche contro le mele marce del loro partito che continuano a operare in nome di un consociativismo che lega destra, sinistra e affari. E invece no, per questi colleghi non si perde tempo, per far chiudere Roma fa Schifo invece si lavora alacremente, anche il fine settimana di luglio gomito a gomito con gli avvocati

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Berlusconi affidato in prova ai servizi sociali

Tratto da Pagina99 (LINK)

Il Tribunale di sorveglianza di Milano ha deciso di affidare in prova ai servizi sociali Silvio Berlusconi, condannato lo scorso anno in via definitiva per frode fiscale nell’ambito del processo sui diritti tv Mediaset.

Il leader di Forza Italia è stato condannato a quattro anni di carcere, di cui tre condonati dall’indulto, oltre a due anni di interdizione dai pubblici uffici, pena accessoria confermata nel marzo scorso dalla Cassazione.

Giovedì scorso si era tenuta l’udienza per discutere l’istanza e il pg Antonio Lamanna aveva dato parere favorevole affinchè Berlusconi, come aveva proposto l’ufficio esecuzione penale esterna, svolgesse attività di volontariato in una struttura per anziani.

70 anni fa l’eccidio delle Fosse Ardeatine

Tratto dal sito RaiNews (LINK)

Articolo di Veronica Fernandes

Il comando germanico ha, perciò, ordinato che, per ogni tedesco ucciso, dieci criminali comunisti badogliani siano fucilati. Quest’ordine è già stato eseguito.
(Il Messaggero, 25 marzo 1944)

Una frase asettica, pubblicata in un trafiletto. L’orrore dell’eccidio delle Fosse Ardeatine straripa dalle parole scelte dal Messaggero il 25 marzo del 1944 e arriva fino ad oggi, al 24 marzo del 2014, il 70esimo anniversario del giorno in cui le truppe di occupazione nazista uccisero 335 persone come rappresaglia per l’attentato partigiano di via Rasella, a Roma, il giorno prima, in cui morirono 33 soldati del reggimento Bozen. E’ il primo anniversario senza il suo boia, Erich Priebke, morto agli arresti domiciliari l’11 ottobre del 2013, dopo aver festeggiato il centesimo compleanno nella sua casa di Roma. Anche nelle sue ultime ore, l’ex ufficiale nazista aveva riacceso le polemiche con un video, diffuso dal suo legale, in cui continuava a difendersi: L’ordine era arrivato direttamene da Hitler e non poteva essere discusso. Un’affermazione più volte smentita dalle ricerche storiche. Priebke sosteneva anche che l’attentato di via Rasella fosse stato organizzato con lo scopo preciso di provocare la rappresaglia. Se la Storia fosse stata scritta dai gerarchi nazisti, le vittime oggi non avrebbero un nome, la strage sarebbe sepolta dal silenzio.

L’assalto di via Rasella
Siamo a Roma, occupata dall’8 settembre del 1943, una città piegata dalla fame e dalle incursioni aeree. Giorgio Amendola, a capo dei Gruppi di Azione Patriottica, organizza l’azione di via Rasella. Sceglie il 23 marzo – una data simbolica, l’anniversario della fondazione dei Fasci di Combattimento. Ricorderà, anni dopo, il battaglione Bozen che “passava ogni giorno alla stessa ora, con precisione teutonica”, lo sfregio quotidiano dell’occupazione.

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Albanese mette sotto due italiani!

Se siete arrivati qui schiumanti di rabbia xenofoba, gridando slogan inneggianti ad impiccagione, ghigliottina o torture varie, avete sbagliato posto. O forse è il posto giusto, ma per una riflessione.

Metropolitana di Roma.

Salgono due persone, disquisendo di politica. Capisco immediatamente la loro provenienza partitica dall’oggetto della discussione: Grillo e i Cinquestelle. Il refrain è il solito:

  • “Grillo le spara sempre più grosse, evidentemente gli avranno tolto le pillole che lo fanno stare lucido, ah ah ah”;
  • “Su alcuni temi, però ci potrebbe essere convergenza”;
  • “Eh, ma sempre se i cinquestelle sono disposti a discostarsi dal verbo di Grillo”.

Insomma i soliti discorsi da piddini con la schizofrenia di chi rimpiange un governo con Grillo ma allo stesso tempo lo schernisce. Un grande classico dell’ultimo anno.

Mentre cominciano ad introdurre il discorso delle elezioni, e di un eventuale esito, accade l’imponderabile.

Questo pallosissimo scambio di battute viene interrotto dall’intervento di una signora, seduta poco distante da me.

Accento slavo, ma idee chiare.

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Metà della corruzione europea è…italiana

Tratto dall’articolo del Corriere.it (QUI)

Bruxelles all’Italia: «Norme anticorruzione insufficienti, e basta leggi ad personam»

La nuova legge italiana contro la corruzione «lascia irrisolti» vari problemi, secondo la Commissione dell’Unione europea, perché «non modifica la disciplina della prescrizione, la legge sul falso in bilancio e il riciclaggio e non introduce reati per il voto di scambio».

METÀ DI QUELLA UE – L’Ue ricorda nel suo report sulla corruzione in Europa, il primo in materia, che per l’Italia questa ha un valore di circa 60 miliardi l’anno, pari a circa il 4% del Pil. C’è da mettere mano, anche, al conflitto d’interesse, sottolinea ancora Bruxelles. Quei 60 miliardi sono la metà di quello che l’economia europea perde annualmente per casi di corruzione, ovvero 120 miliardi. Gli Stati membri della Ue,hanno ottenuto «risultati differenti e devono fare di più per prevenire e punire la corruzione». Lo ha spiegato, presentando il report, Cecilia Malmstrom,commissaria agli Affari Interni.

TUTELA DEL DIPENDENTE – Tornando all’Italia, la Commissione ritiene inoltre necessario il varo di disposizioni adeguate in materia di «corruzione nel settore privato e sulla tutela del dipendente pubblico che segnala illeciti».

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