Venticinque anni fa, il 9 novembre del 1989, crollò il Muro di Berlino. Fu l’evento che costituì la premessa indispensabile per la riunificazione della Germania e rappresentò in modo materiale, visivo, nei picconi della gente che accorse a demolirlo, la fine del comunismo e della contrapposizione dei blocchi in cui era diviso il pianeta dopo la II guerra mondiale. Col Muro di Berlino finì la Guerra fredda. Quando qualche giorno prima, il 18 ottobre, Erich Honecker, il capo di Stato e del partito comunista nella DDR, si era precipitosamente dimesso, lasciando il posto a Egon Krenz, il nuovo Presidente del Consiglio di Stato aveva annunciato una svolta, ‘Wende’, che in realtà non aveva affatto capito: disse infatti di essere entrato in carica “per mantenere la sovranità statale della Ddr”. Continue reading
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Caso Cucchi, tutti assolti. La madre: “Sentenza assurda”
Tutti assolti, anche i medici. Questa la sentenza della corte d’Appello di Roma per la morte di Stefano Cucchi, il geometra romano arrestato il 15 ottobre 2009 per droga e deceduto una settimana dopo nell’ospedale Sandro Pertini. La formula adottata dal giudici è quella prevista dal secondo comma dell’articolo 530 “ovvero quando manca, è insufficiente o è contraddittoria la prova che il fatto sussiste, che l’imputato lo ha commesso, che il fatto costituisce reato o che il reato è stato commesso da persona imputabile”. “È una sentenza assurda. Mio figlio è morto ancora una volta” ha detto la madre di Cucchi dopo la lettura della sentenza d’appello. La sorella Ilaria è scoppiata in lacrime. Continue reading
La teoria delle finestre rotte
New York. L’idea della politica di “tolleranza zero” contro la microcriminalità di cui tanto si parla oggi in Italia è nota per essere stata applicata (anche sui lavavetri) dal sindaco di New York, Rudy Giuliani, negli anni Novanta, ma in realtà è stata elaborata a metà degli anni Settanta in New Jersey da un governatore del Partito democratico. Il piano anticriminalità del New Jersey si chiamava “Safe and Clean Neighborhoods Program” e consisteva nel fornire soldi e mezzi alle varie città dello stato per far uscire i poliziotti dalle macchine e dislocarli per strada. In quel testo apparve per la prima volta la definizione “zero tolerance”. La cosa sembrò finire lì. Nel marzo 1982, però, due studiosi neoconservatori del Manhattan Institute, il centro studi newyorchese che diventò la fucina di idee della sindacatura Giuliani, scrissero un articolo sul mensile liberal The Atlantic Monthly a cui fu dato un titolo apparentemente oscuro: “Broken Windows”, “finestre rotte”. La teoria era spiegata così: “Prendete un palazzo con poche finestre rotte. Se le finestre non vengono riparate, i vandali tenderanno a rompere anche le altre finestre. Alla fine, potrebbero anche entrare nel palazzo e, se libero, potrebbero occuparlo oppure dargli fuoco. Continue reading
Fenomenologia del Renziano
Chiariamo subito: Renzi non è Mussolini. Non ne ha il carisma, non ne ha il fascino. Non è nemmeno Craxi: gli manca l’autorità, la faccia tosta, la fermezza. Renzi è figlio dei suoi tempi, è figlio di Veltroni, di D’Alema, e prima ancora è figlio di Natta e Berlinguer, più che di Moro, del quale non possiede la cultura (per quanto fumosa e difficilmente verificabile) e la tendenza alla mediazione fino allo sfinimento. E’ figlio dei tempi, semplicemente. Come i suoi sponsor, in testa il famoso finanziere Serra, che personalmente ancora non ho capito che mestiere faccia, forse perché io ancora continuo a considerare giocare coi soldi una perversione e non un vero lavoro. La verità è che sappiamo tutti benissimo chi è Renzi e quello che sta facendo, e quelli che fingono di non saperlo se ne accorgeranno presto. Parlo dei suoi elettori e della stampa che lo sostiene, che Renzi tiene da conto come Stalin teneva da conto i russi: gente da mandare, come ondate di carne sacrificabilissima, a seppellire le truppe naziste sotto una valanga di sangue e intestini. Per questo non considero Renzi colpevole di nulla: si limita ad essere l’espressione dei tempi suoi, dell’invidia sociale che porta a voler distruggere i diritti altrui invece di rivendicarli per sé e per gli altri. Continue reading
Legge di stabilità e gli aumenti IVA: nel 2018 al 25,5%!
L’aumento dell’IVA scatterà solo se la spending review prevista dal Governo con l’ultima legge di Stabilità non sarà sufficiente a comprimere la spesa pubblica. Allora, gli italiani restituiranno, di fatto, gli 80 euro ricevuti sulla busta paga (almeno quei fortunati che li hanno ricevuti): lo faranno attraverso le imposte indirette sui consumi, pagando di più ogni singolo bene acquistato. Infatti, l’imposta sul valore aggiunto grava, in sostanza, solo sul consumatore finale e sul prezzo che questi paga.
Il testo del DdL Stabilità bollinato ieri dalla Ragioneria di Stato conferma, dunque, le indiscrezioni della prima ora e i timori paventati qualche giorno fa. Infatti, nel testo definitivo viene prevista la cosiddetta “clausola di salvaguardia IVA”. Scatterà un primo aumento dell’IVA tra poco più di un anno. E non sarà un aumento da poco. Laddove oggi l’imposta grava nella misura del 22% (gran parte dei beni di consumo) passerà al 24% nel 2016; l’anno successivo (2017) passerà al 25% e solo 12 mesi dopo (2018) sfiorerà il tetto record del 25,5% (per maggiori informazioni sulla clausola di salvaguardia leggi “L’aumento dell’IVA di 3,5 punti % e la clausola di salvaguardia“). Continue reading