“L’Italia è un Paese malato di mente”

Riporto qui l’interessantissima intervista al Prof. Vittorino Andreoli, pubblicata circa un mese fa su “L’Huffington Post”.

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http://www.huffingtonpost.it/2013/08/06/vittorino-andreoli-intervista-italia-malato-psichiatrico_n_3712591.html

Il professor Vittorino Andreoli: “L’Italia è un Paese malato di mente. Esibizionisti, individualisti, masochisti, fatalisti”

di Andrea Purgatori

“L’Italia è un paziente malato di mente. Malato grave. Dal punto di vista psichiatrico, direi che è da ricovero. Però non ci sono più i manicomi”. Il professor Vittorino Andreoli, uno dei massimi esponenti della psichiatria contemporanea, ex direttore del Dipartimento di psichiatria di Verona, membro della New York Academy of Sciences e presidente del Section Committee on Psychopathology of Expression della World Psychiatric Association ha messo idealmente sul lettino questo Paese che si dibatte tra crisi economica e caos politico e si è fatto un’idea precisa del malessere del suo popolo. Un’idea drammatica. Con una premessa: “Che io vedo gli italiani da italiano, in questo momento particolare. Quindi, sia chiaro che questa è una visione degli altri e nello stesso tempo di me. Come in uno specchio”.

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Associazione PER la Rosa nel Pugno

Ricordo con enorme affetto la mitica “Associazione PER la Rosa nel Pugno“, e la primissima assemblea di Montecatini, 6-7 Ottobre 2006.

Un’esperienza unica, condita da una “chicca” che non dimenticherò mai: la discussione notturna tra Lanfranco Turci, Tommaso Ciuffoletti e il mitico Marco Pannella, con il Pannellaccio che in particolare rimembrava a tutti di come Mitterrand gli aveva donato personalmente il simbolo della RnP, e il Tom che si divertiva a punzecchiarlo e a beccarsi i suoi puntualissimi insulti.

Nella prima giornata presi la parola anche io, facendo un discorso totalmente sconclusionato. Fortunatamente questa, nel link, è la registrazione solo della seconda giornata. Però mi beccai comunque una citazione, ma solo per l’entusiasmo, da Valeria Manieri, che a tutt’oggi ringrazio ancora:

“Mi ha entusiasmato molto sentire l’imbarazzo e la timidezza del ragazzo, che ha parlato ieri, di venti anni, e quel suo battere il pugno su questo piccolo piano d’appoggio; perchè io personalmente a 19 anni, qua

ndo iniziai a fare un pò politica, avevo la stessa timidezza ma non avevo il coraggio di fare, come si suol dire in gergo tennistico, pugnetto. Mi è piaciuto perchè questo deve essere l’atteggiamento che tutti i ragazzi che partecipano o che vogliono partecipare ad un progetto politico, anche a questo miraggio che può sembrare ora la Rosa nel Pugno, lo dovrebbero avere.”

A posteriori, penso d’aver affrontato l’esperienza della RnP come si vivrebbe un primo amore, con curiosità, entusiasmo e con, purtroppo, la delusione finale.
Spero si riaccenda presto, in me, la “passione” per la politica, che arrivi il mio “secondo amore”.
Ma se il panorama politico è quello attuale, temo sia un auspicio vano, un’utopia.

radio-radicale-rnp

Il link della registrazione su Radio Radicale