Tratto da F1Grandprix.it
Tutti i ferraristi si ricordano molto bene il Gran Premio di Spagna del 1996.
Ebbene, come quasi tutti sanno il 1996 fu l’anno che vide la nascita del binomio Ferrari-Schumacher, il quale però doveva ancora ben assestarsi per giungere, in seguito, ai ben noti successi. Ad ogni modo la Ferrari ingaggiò il tedesco per le sue formidabili abilità, che lo avevano portato a vincere il suo primo mondiale appena 3 anni dopo il suo esordio in Formula 1. Fresco di mondiale, Schumacher si apprestava a risollevare l’onore del team di Maranello, che da tempo non si innalzava sopra tutti gli altri.
Il Gran premio di Spagna era la settima prova del mondiale, e Schumacher si trovava terzo in classifica, dietro alle due Williams. Le vetture del team inglese erano formidabili e un gradino al di sopra delle rosse che invece soffrivano parecchio, e non riuscivano ad essere sempre davanti a lottare per la vittoria. Infatti, sebbene il tedesco nelle precedenti due gare avesse ottenuto la pole position, non era ancora riuscito a vincere, e nelle prime gare della stagione, e per problemi tecnici, e per sfortuna aveva racimolato solamente 16 punti, rimanendo distanziato di ben 27 lunghezze da Hill.
Durante le qualifiche del sabato, disputatesi il primo giugno, le due Williams occuparono tutta la prima fila, rifilando poco meno di un secondo a Schumacher, terzo. A scanso di imprevisti si prospettava una vittoria facile per uno tra Hill e Villeneuve. Ma dopo le prove ufficiali, sul circuito si scatenò una vera e propria pioggia torrenziale, che non smise per un attimo e perdurò fino alla domenica pomeriggio, gara compresa.
Così i team, che non avevano avuto alcun modo di provare le vetture sul bagnato, cominciarono a preparare gli assetti da bagnato per la giornata successiva. Allora infatti non esisteva il “parco chiuso” e si potevano apportare modifiche all’assetto tra il sabato e la domenica.
L’unico banco di prova prima della gara fu il warm up, in cui la Ferrari fu sorprendentemente veloce. Nelle precedenti gare sul bagnato, infatti, la F310 non era stata per niente competitiva, dando a Schumacher più problemi che sicurezze.
Sebbene i commissari di gara avessero preso in considerazione le possibilità di partire dietro la Safety Car, alle 2 del pomeriggio di quella domenica le vetture erano tutte schierate in attesa che i semafori si spegnessero. Al via si alzò subito un muro d’acqua che rese vani i tentativi delle varie televisioni di capirci qualcosa: si vide solo Hill partire male ed essere sorpassato da Villeneuve e Alesi, e il tedesco della Ferrari, partito a rilento, sprofondare nel gruppo. Si vedevano solamente le prime tre vetture, per il resto era acqua. Le riprese dal lato della griglia chiarirono ciò che era successo: il punto debole della Ferrari, la frizione aveva tradito il pilota tedesco, che era partito lentamente, facendosi superare e ricadendo in settima posizione. Intanto già al primo giro nelle retrovie non mancarono gli incidenti: Coulthard, Lamy, Fisichella, Rosset e Panis uscirono di scena quasi subito. Durante la seconda tornata si ritirò anche il compagno di squadra di Michael Schumacher, Eddie Irvine, lasciando al tedesco via libera per il sorpasso a Barrichello, che avvenne di lì a poco. La Ferrari e soprattutto Schumacher si adattò subito alle estreme condizioni di bagnato di quell’asfalto, e cominciò a girare in tempi straordinariamente veloci, e al quinto giro sorpassò Berger, mentre Hill, a causa di un errore e di un escursione sull’erba, era rientrato in pista dietro al tedesco. Al nono giro l’unica Ferrari rimasta in gara si appresta a sorpassare Jean Alesi, dopo un acceso duello, portandosi in seconda posizione. Dopo aver spinto per altri tre giri Schumacher giunse non senza difficoltà al sorpasso su Jaques Villeneuve, che si trovava poco davanti ad Alesi. Intanto, proprio mentre Schumacher si apprestava a sorpassare il canadese, l’altro pilota della Williams, Damon Hill si ritirò dopo un testacoda all’uscita dell’ultima curva. Dal dodicesimo giro Schumacher spinse fino alla fine, e nessuno riuscì a raggiungerlo: andava più largo in traiettoria in curva, ma alla fine era comunque più veloce di tutti, sembrava volare. Il tedesco riuscì a tenere un ritmo di quasi tre secondi più veloce dei suoi avversari, e il suo giro più veloce in gara fu di due secondi più veloce del secondo giro più veloce, ottenuto da Barrichello. Dopo 65 giri, al traguardo gli uomini di Maranello fecero festa come non mai. Finalmente Michael Schumacher aveva vinto anche in rosso! E lo aveva fatto da grande campione! Aveva rifilato al secondo in classifica la bellezza di 45 secondi, dando lezioni di guida sul bagnato a tutti i suoi colleghi!
“Se mi chiedete se avrei puntato qualcosa su questa vittoria, io non ci avrei scommesso un penny. Perché dopo le qualifiche noi non avevamo alcun vantaggio rispetto alle Williams. Anche con la pioggia, dopo il Brasile e Montecarlo la macchina non era a posto, quindi non mi aspettavo nulla di buono da queste condizioni meteo. Ma quando sono uscito nel warm up, la macchina stava andando molto bene, e ne sono rimasto molto sorpreso. In gara, penso non abbiamo ricevuto regali da nessuno, io ho solo spinto alla vittoria la macchina e questa è stata superba, specialmente all’inizio, sono stato in grado di fare al meglio il mio lavoro. Si, da metà della gara ho avuto solo 8 o 9 cilindri che funzionavano nella macchina, e non è stato per niente gratificante, perché pensavamo che sarebbe stato difficile terminare la gara, e che in ogni momento potesse succedere qualcosa, ma ovviamente la macchina è rimasta con noi.” [Michael Schumacher]
“Quando Michael mi ha passato, onestamente io ero al limite, perché forse la mia macchina era un po’ troppo bassa e soffrivo di acqua planning ad ogni curva. Ma non ho avuto alcuna possibilità di seguirlo, era veramente più veloce oggi” [Jean Alesi]