Federer leggenda eterna! Vince il 18° Slam contro il grande rivale Nadal, ko solo al 5° set

Articolo di Eurosport

da MELBOURNE – La più epica delle rivalità sportive; la più epica delle sfide; il più epico dei finali. Non poteva che terminare così il Federer-Nadal atto XXXV, con un quinto set – teatro perfetto degli eroi – vissuto in un vortice di emozioni degne della miglior regia degli ispirati dei del tennis. Divinità che evidentemente per il loro figlio prediletto – Roger Federer – avevano scelto la più dolce delle vendette: quella attesa una vita – tennistica, si intende –; quella più incredibile ed inaspettata; quella nel segno di un maledetto 17 da cui lo svizzero non sembrava ormai più essere destinato a staccarsi.

La sintesi del match

 

 

E invece, nel 2017 e da testa di serie numero 17 di questo torneo, Roger Federer ha sfatato la sua piccola maledizione, mettendo fine alla striscia di 3 finali slam consecutive lasciate per strada dall’ultimo successo a Wimbledon 2012, e concludendo così la più incredibile delle corse. Un torneo in cui il basilese è riuscito dove precedentemente non gli era mai riuscito in carriera: sopravvivere a 3 quinti set consecutivi – Nishikori, Wawrinka e Rafa – e battere il rivale di sempre, alla partita decisiva, fuori dal giardino di casa di Wimbledon.

Un evento singolare, e per questo ancor più destinato a rimanere nella storia di questo sport in una partita che, comunque fosse andata a finire, avrebbe fatto parte degli annali. Trentuno slam in campo infatti non si erano mai contrapposti nella storia; e la rivalità sportiva più conosciuta del pianeta era di per sé materiale sufficiente per i libri di storia.

Evidente che di fronte a presupposti di questo genere, e a distanza di 6 anni dall’ultima volta in cui era davvero contato qualcosa, nessuno dei due straordinari protagonisti volesse sfigurare. E così alla fine è stato spettacolo epico, risolto solo da un Roger Federer per una volta in carriera capace di rifiutare con tutto sé stesso la sconfitta contro il rivale che l’aveva sempre battuto o quasi. Per lo meno quando contava di più.

Per quattro set infatti si è vista la classica contrapposizione tra i due stili di gioco, con Federer a fare il suo show nel primo e nel terzo set. Uno spettacolo girato sotto la rigida condotta di un servizio impeccabile e di un rovescio – udite-udite – ancor più solido del dritto, assoluta novità in termini generali per lo svizzero, ma non all’interno di questo magico Australian Open.

Di contro Rafa ha saputo rispondere con secondo e quarto set condotti alla sua maniera: grinta, determinazione, capacità balistiche, rotazioni e passanti, risbattendo Federer dentro un incubo che pareva si stesse presentando per l’ennesima volta e di cui lo spagnolo era stato straordinario regista.

E così sembrava dovesse essere anche questa volta per il remake di una trama già vista: quel break in apertura di Rafa infatti aveva immediatamente spinto la fuga del maiorchino. Ma, evidentemente, persino il calcolatore Nadal, non aveva fatto i conti con lo spirito goliardico degli dei del tennis. Spinto da turni di servizio tanto impeccabili quanto rapidi, Federer è per una volta stato in grado di tenere il fiato sul collo del suo avversario, impedendone la fuga ed anzi tornando in partita alla sesta palla break complessiva del quinto set; quella del 3-3. Il resto si racconta da solo in un finale dove ottavo e nono game sono stati la sublimazione di tutto ciò che a Federer, contro Nadal, era sempre mancato in carriera: forza, resistenza, determinazione nei momenti chiave e un pizzico di fortuna, come quel nastro elvetico sul break o l’occhio di falco vinto sull’ultimo punto della partita.

Insomma, a 35 anni Roger Federer raccoglie quella che probabilmente è la vittoria più dolce di un palmares sterminato, sfatando in una notte sola tutti gli ultimi tabù e facendolo al termine di un torneo tanto magico quanto, per certi aspetti, assolutamente irripetibile. Ma il destino, nella sua epicità, d’altra parte pare essere davvero così: chiama quando meno te lo aspetti. E lo fa anche se il tuo nome è Roger Federer.

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