La Polizia Locale di Roma Capitale ha effettuato ieri mattina (nb: 16 Ottobre) un intervento nel campo nomadi di via Salviati, nel quartiere di Tor Sapienza, uno dei 10 campi rom mal tollerati dai cittadini romani, costati al Comune, insieme agli 8 “villaggi della solidarietà”, quasi 150 milioni di euro in 10 anni. Il blitz ha portato alla luce le brutture dell’annosa questione dei campi rom nella Capitale. Quello di via Salviati, nella periferia est di Roma, con gli anni si è ampliato in modo eccessivo, fra insediamenti abusivi, nuove baracche e locali per il deposito di materiale di vario genere: di scarto recuperato dai cassonetti o proveniente da piccoli furti o dato da famiglie italiane per evitare le pratiche dell’Ama.
La presenza di fumi tossici nella circostante atmosfera, denunciata più volte dai residenti della zona, derivava dalla fusione del materiale, con la quale i nomadi recuperavano la parte ferrosa che poi rivendevano soprattutto ai cantieri edili. Da questo processo non autorizzato, le materie di scarto, come la gomma e la plastica, venivano incendiate o scaricate nelle vicine aree verdi, danneggiando ulteriormente l’ambiente circostante. Ben 8 nuclei familiari traevano beneficio dall’attività illegale, intestatari di conti correnti bancari di oltre 50 mila euro ciascuno. Le 8 famiglie sono state di fatto espulse dal campo di via Salviati. Le operazioni, condotte dal vice comandante per la Sicurezza Urbana, Antonio Di Maggio, sono iniziate ieri mattina con l’abbattimento di 8 fabbricati e continueranno oggi con la demolizione di almeno il 50% degli insediamenti presenti nel campo “Salviati 1”.
Articolo di Fabio Vergovich
Tratto da Il Quotidiano del Lazio (LINK)