Erano le 3:32 del 6 Aprile 2009. Stavo dormendo tranquillamente, quando vengo svegliato da un dondolio anomalo, come se qualcuno spingesse il mio letto. Mi alzo di soprassalto, e dal casino che risuona in casa capisco subito: terremoto. Giriamo tutte le stanze per controllare se tutto è al proprio posto, e fortunatamente è così. Ma la preoccupazione non scende, la scossa è stata un pò troppo forte, decisamente la più forte mai sentita in tutta la mia vita. Accendo il pc, cerco informazioni, scrivo anche su un forum (Fmita, per la precisione) per avere qualche riscontro. E infine arriva la notiziaccia: scossa di magnitudo 6.3 con epicentro L’Aquila, il centro storico distrutto, il dramma della Casa dello Studente, le vittime che aumentano di ora in ora e la speranza che questo infame conteggio si fermi al più presto. Si fermerà, giorni dopo, a quota 309. Un’autentica tragedia.
Da quella infausta notte sono passati già 5 anni. 5 anni di vite spezzate e di promesse infrante. Perchè dopo tutto questo tempo la ricostruzione è ancora lontana, fiaccata dalla burocrazia e dall’abbraccio mortale di imprenditori e politici pronti a gozzovigliare nel dramma. Insomma, si ripete il solito, italico, refrain, che ci vede eccezionali nell’emergenza e pessimi nella pianificazione successiva. Ma si sa come funziona qui: basta che si spengano i “riflettori”, e il problema non esiste più…
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Tratto da QuotidianoNet (LINK)
L’Aquila, 5 aprile 2014 – Sono passati cinque anni da quel 6 aprile 2009, quando alle 3:32 un terremoto di magnitudo 6.3 ha distrutto il centro storico dell’Aquila, uccidendo 309 persone e ferendone oltre 1500.
CERIMONIE IN MEMORIA DELLE VITTIME – Organizzata dai Comitati dei familiari delle vittime del terremoto e caratterizzata da un surreale silenzio è partita intorno alle 23 una fiaccolata commemorativa.
Il lungo serpentone umano si è mosso da via XX Settembre (all’altezza del vecchio tribunale). La notte del ricordo e della memoria unisce quella aquilana alle altre tragedie nazionali. Le fiaccole sono state distribuite sia alla partenza in via XX Settembre sia durante il tragitto a cura della Protezione civile della Regione Abruzzo e delle associazioni di volontariato. Il programma religioso prevede, nella chiesa di Santa Maria del Suffragio (Anime Sante), la celebrazione della messa presieduta dall’arcivescovo, Giuseppe Petrocchi, con lettura dei nomi durante la preghiera eucaristica. Seguirà la veglia di preghiera aspettando le 3,32, presieduta dal vicario generale, Giovanni D’Ercole. Alle 3,32 i rintocchi della campana del Suffragio ricorderanno le vittime del sisma.
In marcia per le vittime del sisma, secondo le prime stime, ci sono oltre 12.000 persone. Tra loro anche i familiari delle vittime del disastro ferroviario di Viareggio con lo striscione per la verità e la giustizia.
Viva la commozione alla sosta davanti a uno dei luoghi-simbolo del sisma, la Casa dello Studente. Sotto il crollo rimasero le vite di otto giovani.
“Rimane lo stesso lutto e lo stesso dolore. In questi giorni ci ricordiamo dei volti che ci hanno lasciati”, ha detto il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente. A sfilare tra la gente il sottosegretario all’Economia, l’abruzzese Giovanni Legnini, per il quale il ministro ha firmato la delega alla ricostruzione. “E’ un fatto che la ricostruzione pesante sia partita e sono sicuro che non si fermera’. Gli aquilani – ha detto – sono sicuramente più fiduciosi. La rabbia e la delusione stanno lasciando spazio alla speranza. Ma questa – ha precisato – è la notte della memoria e del dolore”. Presente il governatore uscente della Regione, Gianni Chiodi. Per il presidente della Provincia dell’Aquila, Antonio Del Corvo “la ricostruzione privata è partita. Su quella pubblica è necessaria una seria ripartizione delle risorse altrimenti si rifanno le case senza servizi”.
LA RICOSTRUZIONE – Il capoluogo abruzzese è ancora oggi un cantiere a cielo aperto e la ricostruzione sembra ancora un sogno lontano, anche se il ministro dei Beni Culturali Franceschini ha assicurato che “entro il 2019 la città tornerà alla normalità“. Franceschini, ha confermato per L’Aquila il direttore dei Beni Paesaggistici dell’Abruzzo, Fabrizio Magani. Per i beni vincolati avviati 101 cantieri. Oggi si chiude fra l’altro il Salone dedicato proprio alla ricostruzione da dove parte il progetto di Officina L’Aquila, una task force di soggetti imprenditoriali e nove major nazionali e internazionali per dare vita ad un percorso di qualità nella rinascita della città. Dal Salone sono arrivati annunci importanti del Governo. Il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, ha sottolineato l’attenzione dell’esecutivo, il sottosegretario all’Economia, Giovanni Legnini, che ha avuto la delega alla ricostruzione, ha lanciato l’impegno per trovare una soluzione stabile ai finanziamenti mentre il sindaco Massimo Cialente ha parlato di una corsa che ha riportato 46 mila persone nelle case. Ancora caldo il nodo dei finanziamenti: secondo l’amministrazione comunale servono altri 700 milioni oltre al miliardo e 400 milioni già stanziati.
I CONTI NON TORNANO – Ma all’Aquila “i conti non tornano” secondo Legambiente che osserva come “a cinque anni dal sisma del 6 aprile 2009, sono pochi, troppo pochi, gli edifici ricostruiti nel centro del capoluogo abruzzese e in molte delle 56 frazioni colpite. Con circa otto miliardi e mezzo di euro spesi, la devastazione dei centri è ancora tutta lì, il tempo quasi sospeso” e quindi “la ricostruzione va troppo a rilento”. “A fronte dei soldi spesi, solo il 20% del centro storico dell’Aquila è stato ricostruito – commenta Rossella Muroni, direttore generale di Legambiente – il resto è ancora un groviglio di ponteggi e puntellamenti, una parte dei quali necessiterebbe di manutenzione, e quel 20% è quasi tutto riferito alla ricostruzione residenziale. Soltanto una chiesa è stata restaurata e riaperta al culto. Le frazioni, poi, in molti casi sono ancora alle prese con la progettazione di un piano di ricostruzione. E’ evidente che la ricostruzione, dell’edilizia pubblica e privata, deve cambiare passo, insieme all’impegno della politica – prosegue Rossella Muroni – che ci auguriamo possa essere concreto, diverso da quelle promesse a effetto che hanno prodotto ben pochi risultati per la rinascita dell’Aquila e dei luoghi simbolo della sua identità, il ripristino dei piccoli comuni e il ritorno alla normalità della vita dei loro abitanti”.