Tratto dal sito www.vallery.it
I personaggi in primo piano sono Ettore e Andromaca, due noti protagonisti dell’Iliade. Dunque l’artista attinge al mondo epico per rappresentare una scena tragica. L’episodio a cui egli fa riferimento si trova nel sesto libro del poema: l’ultimo abbraccio presso le porte Scee, prima che il grande eroe troiano affronti in duello il greco Achille.
La tragicità della scena sta nel fatto che Ettore e Andromaca, per volontà del fato, mancano degli arti superiori, dunque il loro tentativo di un ultimo abbraccio fallisce e sono costretti a bloccarsi. Proprio nell’affrontare il loro inesorabile e avverso destino la coppia assume ancor di più una dimensione epica.Com’è noto l’eroe sapeva bene che stava andando incontro alla morte, eppure non si tira indietro e mantiene fede al suo ruolo di principe con grande coraggio, preferendo una morte gloriosa ad una vita vile.
Ettore e Andromaca sono dei manichini o figure astratte assoggettate al caso da un lato, ma dall’altro, nonostante l’apparenza, sono due esseri viventi in carne ed ossa che desiderano un contatto umano. De Chirico sceglie tra i tanti grandi personaggi epici proprio Ettore, perchè di lui ci vengono descritti gli intensi affetti verso la sua famiglia e soprattutto verso il suo piccolo Astianatte. Nessuno poteva arricchire di melanconia e solitudine l’opera meglio di lui. Inoltre l’astrattismo delle due figure “congela” il momento e lo rende senza tempo, lo proietta oltre la realtà, oltre la natura, in un’altra dimensione che è appunto quella metafisica.