Caspar David Friedrich: manifesto del Romanticismo

Tratto dal sito www.vallery.it

Tra la seconda metà del settecento e i primi decenni dell’ottocento nasce e si diffonde un nuovo sentire, noto col termine di Romanticismo, dall’inglese romantic, che, con accezione negativa, indicava i romanzi cavallereschi e pastorali.

Gli artisti si ritrovano ad esplorare gli inquieti campi dell’emotività, dell’irrazionalità, del mito e delle tradizioni popolari. Le opere di questi artisti non riflettono l’armonia e la compostezza classica promulgata verso la metà del settecento, ma esprimono un’idea dell’antico e delle natura oscura, in cui le immagini si caricano di drammatiche tensioni e di emotività. L’obiettvo si è spostato dall’intelletto al sentimento e alle suggestioni della fantasia, del sogno, della notte. E’ la luce della luna a illuminare le sublimi visioni di artisti e poeti, a guidare l’uomo nella ricerca di traguardi mai raggiunti, e verso la parte più nascosta dell’anima.

Caspar David Friedrich, Viandante davanti a un mare di nebbia, 1818, Amburgo, Kunsthalle.

Lo sguardo rivolto verso l’infinito, verso l’ignoto, i personaggi di Friedrich sono quasi sempre girati di spalle, non guadano mai lo spettatore. Simboli dell’incolmabile distanza fra l’uomo e la natura o della loro unione profonda? Espressione della tragicità dell’esistenza umana trascorsa lontana dalla natura o immagine della fusione tra uomo e mondo circostante? Lo spirito romantico dell’artista lo porta a credere nel superamento della frattura tra uomo e natura grazie alla forza conciliatrice dell’universo. Tuttavia, il “viandante davanti a un mare di nebbia”, abbandonato nella contemplazione della vastità del paesaggio, sembra più che altro acquisire la consapevolezza della propria nullità: pare più spettatore che attore.

Caspar David Friedrich, Monaco in riva al mare, 1808-1810, Berlino, Alte Nationalgalerie.

La percezione della finita e miserabile dimensione umana di fronte all’immensità naturale è spesso resa dalle dimensioni ridotte delle figure in primo piano, simboli della profonda solitudine dell’individuo e della sua tensione verso l’armonica unione col divino. Il senso d’impotenza dell’uomo davanti alla sterminata, spesso inquietante, bellezza del mondo si trasforma in quel sentimento delSublime, che in Friedrich si manifesta in duplice forma: sia come capacità di proiettare all’interno di uno scenario naturale dipinto le proprie visioni più segrete, il proprio sentimento, l’inconscio, sia come impulso a rivelare il vero volto della natura in cui l’assoluto si manifesta in ogni aspetto visibile. La natura diventa simbolo di unità armonica in cui si rivela l’eterno processo della creazione divina e l’arte è concepita come mediatrice tra l’uomo e Dio. La rappresentazione fedele della natura assume un significato religioso e diviene evocazione del Divino.

Caspar David Friedrich, Le scogliere di Rugen, 1818 circa, Winterthur, Svizzera, collezione Oskar Reinhart.

Tratto dall’enciclopedia “La Storia dell’Arte”.

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