Dopo un pò di tempo dal suo acquisto, ho finalmente terminato di leggere “Il rivoluzionario”, libro scritto da Valerio Varesi ed edito da Frassinelli.
Non appena lo avevo semplicemente visto in libreria mi aveva incuriosito: banalmente per il suo colore rosso e per quell’uomo solitario, sempre vestito di rosso, che campeggia in copertina. Già così avevo avuto una strana sensazione. Lo giro, e leggo la quarta di copertina:
“Il romanzo di una generazione, che ha creduto negli ideali di equità e giustizia. E li ha visti crollare insieme con il più famigerato muro della storia.”
Capisco doppiamente che quello è il MIO libro.
Non tanto per esperienze vissute direttamente, ma per quelle di famiglia, ascoltate in mille racconti.
Cambia il contesto (la rossa Bologna, mentre quello familiare è romano), ma le sensazioni, le delusioni, le situazioni vissute sono quelle. Quelle di un intero popolo che, nell’immediato dopoguerra, ha creduto fortemente nella possibilità di una vera rivoluzione, ma che si è scontrato in primis con la realtà italiana ed infine con quella internazionale, vedendo andare in frantumi il sogno di poter creare una società e un mondo più giusto, solidale, equo.
Chi leggerà “Il rivoluzionario” entrerà di fatto in uno spaccato di storia d’Italia e del PCI dalla Liberazione fino ai primi anni 80, narrata tramite le vicende di un militante del partito e, in parte, della sua famiglia.
Personalmente questo libro ha emozionato. Io vi consiglio di leggerlo…poi fate come volete! 😉